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AIFI: creata una nuova sezione che accoglie le imprese interessate all’innovazione

La notizia è comparsa sul sito AIFI il 31 gennaio, l’Associazione Italiana del Private Equity,Venture Capital e Private Debt si apre ai corporate venture capital. In seno all’associazione è stata infatti creata una nuova sezione che accoglie le imprese interessate all’innovazione che nasce dalle startup con un sostegno finanziario del Venture Capital.

Come in altri paesi, sempre più l’innovazione si produce fuori delle imprese, che dunque devono essere pronte a cogliere quelle iniziative che possono far fare un salto innovativo.

A oggi sono entrati a far parte dell’associazione, tra gli altri, in qualità di corporate venture capital, Banca Sella, Enel, Gruppo CLN, Intesa SanPaolo, Poste Italiane e TIM. Si tratta di grandi e medie imprese che osservano l’innovazione attraverso la partecipazione ad acceleratori fino a gestire vere e proprie attività di venture capital.

In tutti i Paesi, le aziende prestano sempre più attenzione al fenomeno delle startup innovative poiché spesso, la vera innovazione nasce più facilmente in ambienti non condizionati da strutture esistenti che fanno resistenza.

A livello internazionale, sono circa 180 gli operatori attivi, il Nord America rappresenta oltre il 60% del numero di operazioni, l’Europa è cresciuta negli ultimi anni fino al 20%. AIFI ritiene utile favorire la crescita del corporate venture capital per creare un ambito in cui i rappresentanti delle grandi e medie imprese attive in Italia possano incontrare i rappresentanti del venture capital e partecipare a iniziative che favoriscano la nascita e lo sviluppo delle startup e per questo ha avviato un progetto di corporate venture capital.

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Venture Capital: continua la crescita negli investimenti in seed e startup con 77 operazioni nel 2015: +8%

È stato presentato il Rapporto di ricerca Venture Capital Monitor – VeMTM sulle operazioni di venture capital in Italia nel 2015. Lo studio è stato realizzato dall’Osservatorio Venture Capital Monitor – VeMTM attivo presso la LIUC – Università Cattaneo e con il supporto di AIFI, Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt.

Operazioni

Il 2015 si è chiuso con una crescita dei nuovi investimenti in seed (investimento nella primissima fase di sperimentazione dell’idea di impresa) e startup (investimento per l’avvio dell’attività imprenditoriale), con 77 operazioni: +8% rispetto al 2014 (erano 71 operazioni) e +17% rispetto al 2013 (con 66 operazioni).

Il numero degli investitori attivi (coloro che hanno fatto almeno un’operazione durante l’anno) si attesta a 48 (a cui si aggiunge la categoria dei business angel), +45%, rispetto al 2014 dove erano 33; il numero degli investimenti è stato pari a 126 (erano 112 nel 2014); in merito alla provenienza degli investitori, cresce il numero dei deal realizzato da operatori stranieri, 18%, il 100% in più rispetto all’anno precedente. I business angel hanno partecipato a 23 operazioni molto spesso in affiancamento a un operatore di venture capital; questo dimostra come ci sia sinergia e un buon livello di cooperazione tra le due categorie di operatori.

Tipologia ed ammontare

Per quanto riguarda le operazioni di seed capital, l’investimento medio è di 0,2 milioni di euro. Nelle operazioni di startup, l’ammontare medio, per il 2015, è stato di 2,0 milioni di euro per acquisire una quota media di partecipazione pari al 33%.

Distribuzione geografica e settoriale

Come per gli anni passati, la Lombardia è la Regione in cui si concentra il maggior numero di operazioni e che continua a crescere coprendo il 38% del mercato (era il 49% nel 2014). Seguono Piemonte con l’13% e Lazio con il 12% del totale delle operazioni realizzate in Italia. Si evidenzia, per il secondo anno consecutivo, un incremento del taglio medio dell’investimento. In particolare, si è passati da 1,05 milioni di euro del 2014 a 1,5 milioni di nel 2015.

Dal punto di vista settoriale, l’ICT monopolizza l’interesse degli investitori di venture capital che cresce negli investimenti raggiungendo una quota del 40% (era il 56% nel 2014); in questa categoria si segnala la diffusione di applicazioni web e mobile riconducibili ad app innovative. In aumento il terziario avanzato con il 27% rispetto al 21% del 2014 e il settore della grande distribuzione che arriva al 6% come nell’anno precedente.