Oltre Venture: un nuovo Fondo per l’innovazione sociale

Dal primo luglio è attivo in Italia un nuovo fondo di venture capital, il secondo veicolo di Oltre Venture (Oltre 2), che ha raccolto finora 25 milioni di euro. Il nuovo Fondo si occupa di venture capital sociale investendo in progetti di innovazione sociale e che abbiano un impatto positivo sulla vita delle persone aiutandole a vivere meglio.

Il Fondo non distribuirà grant, ma investimenti in aziende, che producano utili, ritorni agli investitori, diventando uno strumento finanziario, finalizzato al profitto, ma che abbia uno scopo sociale.

I 25 milioni del fondo vengono in parte dal Fondo europeo di investimento (10 milioni) e in parte dal Fondo italiano di investimento. Il resto da investitori privati (circa la metà).

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Sharing economy: cosa si attende per le Start Up del settore

Continua l’iter della proposta di legge sulla sharing economy che rappresenterà un importante punto di partenza verso la regolamentazione del fenomeno.

Ieri si è tenuta l’audizione in Camera di Rossella Orlandi, Direttore dell’Agenzia dell’Entrate, secondo la quale: il testo risponde a obiettivi d’interesse generale, quali la trasparenza, l’equità fiscale, la tutela dei consumatori, il rispetto della concorrenza, senz’altro auspicabili e coerenti alle linee guida tracciate dalla Commissione UE con la Comunicazione del 2 giugno scorso ma, allo stesso tempo, ambiziosi nel contesto dell’economia collaborativa, che di per sé non si presta ad una facile demarcazione.

Il testo in esame vuole disciplinare l’economia collaborativa o della condivisione, sharing economy, che costituisce un nuovo modello economico e culturale fondato sullo scambio alla pari di beni e servizi, in alternativa all’acquisto degli stessi come tipicamente accade nell’economia tradizionale.

In tal modo, si consente a soggetti privati, che non operano in maniera professionale sul mercato, di utilizzare i propri beni privati e di prestare servizi a fini economici e lucrativi.

La rapida espansione dell’economia condivisa pone però al centro dell’attenzione, a livello sia europeo che nazionale, il problema della mancanza di una regolamentazione normativa, sia dal punto di vista sostanziale sia dal punto di vista fiscale, per non favorire un modello che contrasti con il mercato e con le regole della concorrenza, tutelando sia gli operatori professionali che gli interessi degli utenti.

La Commissione UE  con la comunicazione pubblicata il 2 giugno 2016, ha predisposto un’agenda europea per l’economia collaborativa ed ha fornito agli Stati membri gli orientamenti e le linee guida finalizzati a garantire uno sviluppo equilibrato e sostenibile di questa forma di scambio.

Obiettivo della Commissione è garantire la possibilità di sfruttare la nuova opportunità senza però creare un’economia parallela informale, priva di regole.

Alla ricerca di una valida soluzione per affrontare la nuova frontiera della sharing economy, alcuni Paesi dell’Unione hanno pubblicato orientamenti sull’applicazione del regime fiscale nazionale ai modelli d’impresa collaborativi, mentre un modesto numero ha scelto di apportare delle modifiche alla propria legislazione nazionale.

Un caso emblematico è la Francia che è intervenuta con un brillante esempio fornito dalla <<loi de france>> 2015 che ha aperto alla possibilità di incaricare le piattaforme online della raccolta della tassa di soggiorno dovuta ai comuni. Successivamente è stato imposto alle piattaforme online anche l’obbligo di informare i loro membri delle somme che essi devono dichiarare all’amministrazione fiscale.

La proposta di legge in discussione in Parlamento (A.C. 3564, presentata il 27 gennaio scorso), è finalizzata a disciplinare le piattaforme digitali per la condivisione di beni e servizi e a promuovere l’economia della condivisione.

Dal punto di vista fiscale, all’art. 5, cerca di risolvere le criticità di adempimento degli obblighi fiscali rafforzando la tracciabilità dei redditi, introducendo degli appositi ed efficaci strumenti di contrasto al rischio di evasione che può caratterizzare l’ambito della economia della collaborazione.

La proposta di legge interviene fornendo una qualificazione al reddito percepito dagli utenti operatori mediante la piattaforma digitale, definendolo “Reddito da attività di economia della condivisione non professionale” cui viene destinata un’apposita sezione della dichiarazione dei redditi.

Si tenta così di incentivare lo scambio e la condivisione con una tassazione agevolata. L’utente operatore che non supera la franchigia di 10.000 euro sarà soggetto ad un’imposta con aliquota fissa del 10%. Per i redditi superiori a tale importo è previsto, invece, il cumulo con quelli derivanti da lavoro dipendente o autonomo e l’applicazione dell’aliquota corrispondente.

Il potenziamento della tracciabilità dell’economia della condivisione e dei redditi che ne derivano è realizzato attraverso la previsione dell’obbligo per i gestori delle piattaforme di agire come sostituti d’imposta per i redditi conseguiti dagli utenti operatori.

Sono ancora molti i punti incerti (modalità di determinazione del reddito, discrimine tra attività professionale da economia condivisa e attività occasionale ma per tutto l’ecosistema si spera che la Legge che verrà approvata sarà utile a regolamentare senza opprimere un mercato in piena espansione.

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GUIDA ALLE OPPORTUNITA’ DI FINANZIAMENTO PER LE IMPRESE aggiornata al 31 luglio 2016 curata dallo Studio MM

E’ uscita l’edizione 7/2016 della GUIDA ALLE OPPORTUNITA’ DI FINANZIAMENTO PER LE IMPRESE aggiornata al 30 giugno 2016 curata dallo Studio MM, per scaricarla clicca qui.

La Guida contiene informazioni di primo orientamento sulle agevolazioni a cui le imprese possono accedere, illustra gli incentivi e le agevolazioni per imprese industriali, artigiane, turistiche e commerciali ed agricole.

Ogni incentivo e agevolazione è descritto sinteticamente in una scheda informativa.

Gli incentivi, rivolti a grandi, piccole, medie e micro imprese, alle cooperative e ad altri soggetti, sono presentati suddivisi in tre aree:

Contributi a Fondo Perduto;
Finanziamenti a tasso agevolato
Garanzie
Le schede informative della Guida contengono le seguenti voci:

  • AREA GEOGRAFICA
  • SETTORI DI ATTIVITÀ
  • BENEFICIARI
  • SPESE FINANZIATE
  • TIPO DI AGEVOLAZIONE

 

Per ulteriori informazioni sui bandi è possibile contattare lo Studio MM (finanza.agevolata@studioemmeemme.it).

Sud e Start Up: Axa ed MPS lanciano il bando South For Tomorrow

AXA Italia e Banca Monte dei Paschi di Siena, con il supporto di Impact Hub Milano, lanciano oggi South For Tomorrow, call di open innovation indirizzata alle startup del Sud Italia.

Gli innovatori del Mezzogiorno (la call è aperta a tutte le startup con sede legale/residenza di almeno uno dei soci nelle regioni del Sud: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) sono chiamati a presentare un’idea innovativa di servizi digitali per chi ha più di 55 anni, riflettendo sui loro bisogni attuali e potenziali: dalla gestione del tempo libero e del proprio patrimonio, alle diverse modalità di pensare al futuro dei propri figli e nipoti, fino alla cura di sé e dei propri beni.

I giovani startupper e imprenditori del Mezzogiorno avranno tempo fino al 17 ottobre per presentare le loro idee di innovazione.

Al termine della raccolta dei progetti, una giuria di esperti selezionerà i tre finalisti che parteciperanno ad una Focus Week con il team di Impact Hub Milano, durante la quale potranno mettere a punto la loro idea di business in vista della valutazione finale.

La startup vincitrice riceverà un premio di 10.000 euro e verrà seguita da mentor di Impact Hub Milano in un percorso di incubazione di 4 mesi, che si svolgerà in una sede del network Impact Hub dislocata nel Sud Italia (Bari, Siracusa o Catania).

L’obiettivo ultimo è affinare il progetto per avere la possibilità di vederlo integrato nell’offerta di AXA Italia.

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Le Start up dopo Brexit: Milano o Berlino?

Per l’ecosistema sarà uno dei punti chiave dei prossimi anni, secondo la maggior parte degli analisti la vera competizione per assumere il ruolo di capitale europea delle start up sarà tra Milano e Berlino, a pensare che sarà la prima a spuntarla c’è anche il Financial Times che, in un recente articolo, dedica un importante riconoscimento, definendola “Capitale delle Startup”.

Secondo il quotidiano del Regno Unito, infatti, il prestigio universitario, la disponibilità di capitali, l’eccellenza dell’industria alimentare e dell’alta moda, l’impeto cosmopolita derivante da Expo 2015, oltre a una serie di provvedimenti legislativi, rendono la città lombarda il luogo migliore per lanciare una startup in Italia.

Sicuramente la Germania non si farà mettere da parte senza lottare e infatti è prevista sull’ecosistema tedesco una rilevante infusione di fondi pari a circa 10 miliardi di euro per le start up, il fondo, che sarà il più consistente investimento in Ue per le nuove aziende specialmente nel settore online, è stato annunciato dal ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble (Cdu).

Secondo quanto riferito da “Der Spiegel” e “Welt am Sonntag”, il fondo finanzierebbe prestiti particolarmente agevolati per le startup e agevolazioni per i ‘business angel’ che le finanzieranno: i finanziatori riceveranno un euro di credito di imposta per ogni euro investito, con una leva per 20 miliardi di euro. Il piano dovrà essere esaminato dalla divisione aiuti di Stato della Commissione Ue.

La mossa arriva ad un mese dalla Brexit e punta ad attirare in Germania, a Berlino ma non solo, gli startupper che intendano lasciare Londra, diventata troppo cara e in prospettiva un Paese extra Ue.

L’Italia dovrà rispondere adeguatamente.

 

Venture Capital: continua la crescita negli investimenti in seed e startup con 77 operazioni nel 2015: +8%

È stato presentato il Rapporto di ricerca Venture Capital Monitor – VeMTM sulle operazioni di venture capital in Italia nel 2015. Lo studio è stato realizzato dall’Osservatorio Venture Capital Monitor – VeMTM attivo presso la LIUC – Università Cattaneo e con il supporto di AIFI, Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt.

Operazioni

Il 2015 si è chiuso con una crescita dei nuovi investimenti in seed (investimento nella primissima fase di sperimentazione dell’idea di impresa) e startup (investimento per l’avvio dell’attività imprenditoriale), con 77 operazioni: +8% rispetto al 2014 (erano 71 operazioni) e +17% rispetto al 2013 (con 66 operazioni).

Il numero degli investitori attivi (coloro che hanno fatto almeno un’operazione durante l’anno) si attesta a 48 (a cui si aggiunge la categoria dei business angel), +45%, rispetto al 2014 dove erano 33; il numero degli investimenti è stato pari a 126 (erano 112 nel 2014); in merito alla provenienza degli investitori, cresce il numero dei deal realizzato da operatori stranieri, 18%, il 100% in più rispetto all’anno precedente. I business angel hanno partecipato a 23 operazioni molto spesso in affiancamento a un operatore di venture capital; questo dimostra come ci sia sinergia e un buon livello di cooperazione tra le due categorie di operatori.

Tipologia ed ammontare

Per quanto riguarda le operazioni di seed capital, l’investimento medio è di 0,2 milioni di euro. Nelle operazioni di startup, l’ammontare medio, per il 2015, è stato di 2,0 milioni di euro per acquisire una quota media di partecipazione pari al 33%.

Distribuzione geografica e settoriale

Come per gli anni passati, la Lombardia è la Regione in cui si concentra il maggior numero di operazioni e che continua a crescere coprendo il 38% del mercato (era il 49% nel 2014). Seguono Piemonte con l’13% e Lazio con il 12% del totale delle operazioni realizzate in Italia. Si evidenzia, per il secondo anno consecutivo, un incremento del taglio medio dell’investimento. In particolare, si è passati da 1,05 milioni di euro del 2014 a 1,5 milioni di nel 2015.

Dal punto di vista settoriale, l’ICT monopolizza l’interesse degli investitori di venture capital che cresce negli investimenti raggiungendo una quota del 40% (era il 56% nel 2014); in questa categoria si segnala la diffusione di applicazioni web e mobile riconducibili ad app innovative. In aumento il terziario avanzato con il 27% rispetto al 21% del 2014 e il settore della grande distribuzione che arriva al 6% come nell’anno precedente.

Programma Europa Creativa. Contributo a fondo perduto e garanzia per promuovere il settore culturale e creativo.

Per gli operatori attivi nei settori culturali e creativi sono in arrivo nuove opportunità da “Europa Creativa”, il principale programma di finanziamento dell’UE a sostegno di questi settori in vigore per il periodo 2014-2020:

1. Strumento di garanzia per i settori culturali e creativi

Lo scorso 30 giugno la Commissione europea e il Fondo europeo per gli investimenti (FEI) hanno dato avvio allo Strumento di garanzia finanziaria istituito nell’ambito di Europa Creativa, che destina 121 milioni di euro per favorire l’accesso al credito dei piccoli operatori dei settori culturali e creativi. Lo Strumento – gestito dal Fondo europeo per gli investimenti per conto della Commissione – permetterà infatti al FEI di fornire gratuitamente garanzie e controgaranzie a intermediari finanziari selezionati affinché questi possano concedere maggiori finanziamenti alle PMI europee attive nei settori della cultura e creatività. Secondo le stime Ue, il sistema dovrebbe generare prestiti per un valore di oltre 600 milioni di euro nei prossimi sei anni e favorire il finanziamento di oltre 10mila PMI.

2. Sostegno a progetti di cooperazione europea
E’ attesa a breve l’apertura di un nuovo bando per il sostegno a “progetti di cooperazione europea”: Dall’avvio di Europa Creativa, si tratta della quarta call che viene lanciata per questa misura e, secondo la tempistica indicata dall’Agenzia EACEA, la sua pubblicazione è prevista nel mese di luglio con scadenza a ottobre.
Il sostegno a “progetti di cooperazione europea” è una delle opportunità di finanziamento offerte dal Sottoprogramma Cultura di Europa Creativa. Supporta la realizzazione di progetti di cooperazione culturale orientati a rafforzare la capacità dei settori culturali e creativi di operare a livello transnazionale e internazionale, promuovendo allo stesso tempo la circolazione transnazionale dei prodotti culturali e creativi e la mobilità di coloro che lavorano in questi settori (in particolare gli artisti). Questi progetti possono riguardare tutti i settori della cultura e creatività (arti dello spettacolo, arti visive, patrimonio culturale tangibile e intangibile, architettura, design..) ad esclusione del settore audiovisivo (che viene appositamente supportato dal Sottoprogramma Media di Europa Creativa).

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Contributo a fondo perduto promosso da Fondimpresa per la formazione dei lavoratori

Con l’Avviso n. 1/2016 di Fondimpresa vengono stanziati complessivamente 72 milioni di euro, suddivisi su due scadenze, per il finanziamento di piani condivisi per la formazione dei lavoratori sui temi chiave per la competitività delle imprese aderenti:qualificazione dei processi produttivi e dei prodotti, innovazione dell’organizzazione, digitalizzazione dei processi aziendali, commercio elettronico, contratti di rete, internazionalizzazione.

Soggetti beneficiari

Possono presentare la domanda di finanziamento e realizzare i Piani formativi, a pena di esclusione dalla procedura, esclusivamente i seguenti soggetti:

  • le imprese beneficiarie dell’attività di formazione oggetto del Piano per i propri dipendenti, aderenti a Fondimpresa alla data di presentazione della domanda di finanziamento e già registrate;
  • agli enti già iscritti, alla data di presentazione della domanda di finanziamento, nell’Elenco dei Soggetti qualificati da Fondimpresa “Regolamento istitutivo del sistema di qualificazione dei Soggetti Proponenti” – Formazione rivolta a lavoratori appartenenti ad imprese di tutti i settori, compresi i soggetti posti in mobilità, con esclusione della formazione sulle tematiche dell’ambiente e della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e sulla tematica dell’innovazione tecnologica di prodotto e di processo, nel limite della classe di importo e dell’ambito territoriale di iscrizione che deve comprendere tutte le regioni a cui appartengono le aziende beneficiarie del Piano. Sono esclusi gli operatori oggetto di sospensione o revoca della qualificazione prima dell’approvazione della domanda di finanziamento.

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Toscana: Contributo a fondo perduto fino al 60% per la redditività, competitività e sostenibilità delle aziende agricole

E’ stato approvato il bando ai sensi del PSR 2014/2020 Misura 4.1 “Sostegno a investimenti nelle aziende agricole”.

Il bando è finalizzato alla concessione di contributi agli Imprenditori Agricoli Professionali (IAP) che intendono realizzare investimenti nella propria azienda  allo scopo di migliorare la redditività e la competitività della stessa e favorire il ricorso alle energie rinnovabili per soddisfare il loro fabbisogno energetico aziendale.

Il raggiungimento di tale finalità è possibile attraverso l’attivazione di uno o più dei seguenti tipi di operazione:

  • 4.1.1 “Miglioramento della redditività e della competitività delle aziende agricole” (di seguito “tipo operazione 4.1.1”);
  • 4.1.5 “Incentivare il ricorso alle energie rinnovabili nelle aziende agricole” (di seguito “tipo operazione 4.1.5”).

Il bando rientra nell’ambito di Giovanisì, il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani.

Soggetti beneficiari

  • imprenditori agricoli professionali (IAP) iscritti, anche a titolo provvisorio, nell’anagrafe regionale;
  • imprenditori agricoli professionali (IAP) riconosciuti, anche a titolo provvisorio, da altre Regioni o Province autonome;
  • aziende degli enti pubblici che esercitano in via esclusiva attività definite agricole
  • cooperative e i loro consorzi che esercitano attività di servizi nel settore selvicolturale, equiparate agli imprenditori agricoli, se esercitano in via esclusiva tali attività; l’esercizio in misura non prevalente anche di attività agricole è in linea con la predetta esclusività).

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Toscana: Contributo a fondo perduto fino al 50% per la creazione e lo sviluppo di attività extra agricole.

‘ stato pubblicato il bando ai sensi del PSR 2014/2020 Misura 6.4.1 “Diversificazione delle aziende agricole”Il bando.

Il bando è finalizzato ad incentivare gli investimenti per attività di diversificazione aziendale ed economica necessaria per la crescita, l’occupazione e lo sviluppo sostenibile nelle zone rurali e contribuisce anche a migliorare l’equilibrio territoriale, sia in termini economici che sociali, aumentando il reddito delle famiglie agricole.

Soggetti beneficiari

I soggetti che possono presentare domanda di aiuto e beneficiare del sostegno previsto dal tipo di operazione 6.4.1 “Diversificazione delle aziende agricole” sono IAP e soggetti ad essi equiparati e, per le sole attività sociali e di servizio per le comunità locali e per le fattorie didattiche, anche gli imprenditori agricoli iscritti nel registro delle imprese sezione speciale aziende agricole.

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