CCIAA di Massa Carrara: Contributo a fondo perduto per la creazione di nuove imprese innovative.

La CCIAA di Massa Carrara ed il Club Lions della provincia di Lucca si impegnano in tale convenzione a contribuire alla creazione di nuove imprese innovative nella rispettiva provincia con il supporto dell’incubatore Lucca In-Tec.

Soggetti beneficiari

Startup innovative.

Tipologia di progetti ammissibili

Creazione di nuova impresa.

Entità e forma dell’agevolazione

2 borse di lavoro di almeno 2.000 € ciascuna sotto forma di voucher per i servizi e i costi dell’incubatore Polo Tecnologico Lucchese.

Scadenza

30.11.2016

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Toscana: Contributo a fondo perduto per progetti formativi biennali di Istruzione e Formazione Professionale

E’ stato pubblicato il bando per la presentazione di progetti formativi biennali di Istruzione e Formazione Professionale rivolti a soggetti che hanno assolto l’obbligo di istruzione e sono fuoriusciti dal sistema scolastico, comprensivi della sperimentazione del sistema duale – Annualità 2016/2017.

La programmazione dei percorsi prevede la sperimentazione del sistema duale nell’ambito della IeFP ed è finalizzato a:
– facilitare le transizioni tra il sistema della formazione professionale e il mondo del lavoro;
– contrastare la dispersione scolastica attraverso percorsi di alternanza scuola-lavoro;
– promuovere le esperienze in contesti lavorativi.

Soggetti beneficiari

I progetti formativi devono essere presentati e realizzati da partenariati misti (ATI/ATS) costituiti o da costituire a finanziamento approvato, composti in modo obbligatorio da agenzie formative accreditate e da uno o entrambi i seguenti soggetti:
– Istituti Professionali di Stato (IPS o Consorzi accreditati di Istituti Scolastici) accreditati alla formazione;
– Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA) accreditati alla formazione.
I partenariati hanno come capofila obbligatoriamente un’agenzia formativa.
Ciascuna ATI/ATS:
– può presentare al massimo 4 progetti formativi e deve indicare l’area territoriale per la quale presenta il progetto;
– non può presentare per la stessa area territoriale un progetto formativo per una figura professionale già presentato sul bando che finanzia corsi IeFP rivolti a “drop out”

I destinatari degli interventi formativi sono i giovani di età inferiore ai 18 anni che hanno adempiuto all’obbligo di istruzione e sono fuoriusciti dal sistema scolastico.
I giovani devono avere un’età inferiore ai 18 anni al momento dell’iscrizione al percorso IeFP.

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Start Up: il notaio non serve, chiama il commercialista

A partire da ieri, 20 luglio 2016, è possibile costituire una start-up innovativa senza l’intervento del notaio.

Entra nella fase operativa, infatti, il Decreto Investment Compact (D.L. n. 3/2015, art. 4, comma 10 bis), le cui modalità attuative sono state approvate con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico 17 febbraio 2016 (in Gazzetta Ufficiale n. 56 dell’8 marzo 2016), come rettificato con decreto ministeriale 7 luglio 2016.

Gli atti costitutivi e gli statuti delle start-up innovative in forma di società a responsabilità limitata, quindi, potranno essere redatti e sottoscritti con firma digitale, attraverso la piattaforma “startup.registroimprese.it”.

L’atto, previamente registrato fiscalmente e sottoscritto da parte di ciascun contraente o da parte dell’unico sottoscrittore in caso di società uni personale, dovrà essere trasmesso tramite una pratica di comunicazione unica all’Ufficio del registro delle imprese competente per territorio. Il nuovo procedimento è facoltativo e alternativo rispetto all’ordinaria modalità di costituzione con atto pubblico.

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Start Up: Europa primo continente per numero di acceleratori

Secondo lo “European Accelerator Report 2015” in Europa ci sono 113 acceleratori contro i 111 di Stati Uniti e Canada. Nel 2015 sono stati investiti oltre 37 milioni di euro in più di duemila progetti imprenditoriali innovativi. Tra le venti realtà più attive l’unica italiana è H-Farm

Entrare in un percorso di accelerazione per una start up può significare svoltare, mentorship, finanziamenti e network fatti su misura messi a disposizione dalla maggior parte degli acceleratori sparsi in giro per l’Europa, possono permettere alle più promettenti di scalare verso il mercto.

Dal rapporto emerge che nel 2015 sono nati ben 26 acceleratori.

Grazie all’impennata dell’anno passato, l’Europa diventa quindi la prima regione al mondo per numero di acceleratori, 113, superando Stati Uniti e Canada fermi a 111 e con appena quindici nuove realtà inaugurate lo scorso anno. Più nel dettaglio, i capitali investiti nel 2015 hanno raggiunto quota 37,53 milioni di euro -– in lieve calo rispetto ai 39,57 del 2014 – mentre 2.574 progetti sono stati finanziati (in crescita a confronto dei 1.588 del 2014). A guidare la classifica degli investimenti, come era lecito aspettarsi, è la Gran Bretagna: con i suoi 9,99 milioni di euro distribuiti a 1.124 startup, precede la Danimarca con 4,82 milioni su 57 società e la Spagna con 4,65 mln investiti in 263 realtà imprenditoriali innovative. Al quinto posto l’Italia con 2,90 mln (73 progetti) preceduta della Germania con 3,29 mln (126 progetti).

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Startup: superata le 6mila

Un altro traguardo superato, è quello delle 6.000 Start Up, per la precisione, 6.018.  il dato emerge dalle statistiche pubblicate dal Mise.

C’è chi discute su quanto siano efficaci i parametri tracciati dal Ministero dello Sviluppo economico per distinguere le realtà imprenditoriali che fanno davvero innovazione rispetto al totale delle giovani società. Ma che piaccia o no, a oggi le “startup innovative” costituiscono l’unico bacino ufficiale di neoimprese che è possibile analizzare per trarre indicazioni utili sull’ecosistema italiano.

Osservando i dati registrati periodicamente da Infocamere si può rilevare per esempio che il numero delle startup innovative, dal 2013 a oggi, è cresciuto a ritmi sostenuti, in alcuni casi superiori al 100%. Se a fine dicembre del 2013 le nuove imprese erano 1.493, nello stesso periodo dell’anno successivo se ne contavano 3.179: un aumento del 113%.

L’incremento è stato significativo anche nel 2015, quando si è arrivati a quota 5.143 (+62% rispetto al 2014). Tuttavia, la velocità con cui si allarga la platea di startup innovative si riduce progressivamente, tanto che la fatidica quota 6.000 è stata raggiunta soltanto a metà luglio 2016.

Ma se il numero delle società sale, la stessa dinamica non si osserva nel reddito effettivo prodotto nel 2013 e nel 2014 (per i dati sui bilanci 2015 c’è ancora da aspettare). Il valore della produzione (che per comodità chiameremo anche “fatturato”, nonostante in questo caso il dato tenga conto sia del venduto che del non venduto) complessivo è naturalmente aumentato passando dai 203 milioni di euro del 2013 (calcolato su 1737 imprese che hanno depositato il bilancio) ai 328 milioni del 2014 (2821 imprese con bilanci), ma il fatturato medio è calato da 117mila euro del 2013 a 116mila euro dell’anno successivo.

Se invece ci si concentra sulle eccellenze, la situazione diventa più rosea. Il numero delle startup “milionarie”, quelle che cioè possono far valere un fatturato superiore al milione di euro, è aumentato di anno in anno in valore assoluto e, tra il 2014 e il 2013, anche in percentuale. Nel primo anno considerato erano 13 le società al di sopra del milione, pari allo 0,008% sul totale. Nel 2014 le milionarie erano 37 (0,011%) e nel 2015 erano 55 (0,01%): una goccia nel mare, certo, ma sufficiente per dimostrare che anche nell’ecosistema italiano nascono società innovative capaci di crescere rapidamente e di generare ricchezza. A metà luglio, nel giorno in cui il traguardo delle 6.000 startup è stato superato, le “milionarie” sono 103.

Sul versante dell’occupazione, i numeri dicono che l’ecosistema produce sempre più posti di lavoro. A fine 2014, primo anno in cui sono stati raccolti dati in merito, le persone occupate all’interno di una startup innovativa erano poco più di 15mila: 12.500 erano soci – presumendo che nelle società neonate i soci abbiano anche ruoli operativi – e 2.600 erano dipendenti. Invece, a chiusura del 2015, lavoravano nelle neoimprese oltre 25mila persone (+67%), di cui 19.950 soci e 5.350 dipendenti. A fine marzo 2016, mese in cui è stata effettuata l’ultima rilevazione, si è andati oltre quota 30mila raggiungendo i 31.238 occupati (di cui 23.045 soci e 8.193 dipendenti).

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Start-up culturali: perché possono essere una risorsa per l’Italia

Una delle più grandi innovazioni nella legislazione delle imprese italiane è costituito dalle “start-up culturali”, ovvero una nuova figura societaria prevista da un progetto di legge di iniziativa parlamentare (A.C. 2950, assegnato alla VII Commissione Cultura della Camera dei deputati), che ha come oggetto sociale esclusivo e specifico la promozione dell’offerta culturale italiana, attraverso lo sviluppo, la valorizzazione, la produzione o la distribuzione di prodotti o di servizi innovativi ad alto valore tecnologico, anche mediante l’uso di nuove tecnologie e lo sviluppo di software originali, afferenti a uno o più dei seguenti ambiti:

– opere dell’ingegno di carattere creativo che appartengono alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, al teatro ed alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione (opere soggette alla protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio);

– il patrimonio culturale italiano, che è costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici.

Per le start up culturali costituite per almeno l’80% da persone fisiche di età inferiore a 35 anni, il progetto di legge prevede l’esenzione dal pagamento dell’imposta di registro, dei diritti erariali e delle tasse di concessione governativa.

A favore di queste società, inoltre, il legislatore ha previsto l’attribuzione di un credito d’imposta nella misura del 65% a fronte dei costi ammissibili sostenuti, elevabile al 75% per le start up con sede in una delle regioni dell’Obiettivo Convergenza, per l’acquisto di software e di tecnologie innovative, la comunicazione web e relativa consulenza, l’iscrizione a una piattaforma di crowdfounding.

Con questa nuova veste giuridica molte attività potranno riuscire a trovare un equilibrio di efficienza economica, una volta approvato il disegno di legge la palla passerà agli imprenditori culturali.

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Start Up in Francia: parte il programma governativo French Tech Ticket

 Il “French Tech Ticket” è un programma governativo francese nato per invogliare gli imprenditori stranieri che vogliano condividere la cultura imprenditoriale e creare le condizioni per una crescita internazionale del sistema a realizzare la loro startup in Francia.

Il programma dura un anno e prevede diversi benefit:

  • €45,000 netti a progetto, di cui €20,000 per coprire I costi personali e 25,000 per i servizi professionali
  • Un percorso preferenziale per i vincitori e le loro famiglie per ottenere il permesso di residenza francese
  • Un programma di eventi (Masterclasses, Eventi di networking, Sessioni di mentoring, giornate di confronto con investitori) su misura per supportare la crescita della startup
  • Spazio riservato in ufficio, sessioni di coaching settimanali e mensili in uno dei 41 incubatori partner dell’inziativa
  • Personale ed un Help Desk dedicato alla risoluzione di procedure amministrative per consentire di focalizzarsi esclulsivamente sul progetto di startup
  • Una “Soft Landing Pack” per aiutare gli imprenditori stranieri nel trasferimento in francia, compreso una “Welcome Guide” e offerte speciali dai partner dell’inizitiva per trovare sistemazioni in Francia e apprezzare lo stiule di vita francese.

La partecipazione alla competizione è gratuita, le iscrizioni si sono aperte il 21 giugno 2016 e si chiuderanno a mezzanotte del 24 agosto 2016. La competizione si concluderà il 17 febbraio 2017, data ultima nella quale i partecipanti potranno richiedere i finanziamenti.

Per partecipare è necessario avere una startup in una fase iniziale o avere semplicemente l’idea per una startup, avere la volontà di sviluppare la propria idea in Francia e far parte di un team costituito da 2 o 3 cofondatori, di cui al massimo uno può essere cittadino francese.

È necessario essere maggiorenni, conoscere l’inglese, ed essere disposti al trasferimento in Francia (possedendo un visto di entrata valido) a partire da Gennaio 2017 per completare la propria idea imprenditoriale entro il 2017

I progetti presentati saranno valutati da una giuria indipendente sulla base della composizione del team e delle loro skills, della fattibilità del prodotto che si vuole realizzare con il progetto, del mercato potenziale, delle strategie di marketing previste, del possibile impatto del prodotto in Francia e della crescita finanziaria.

Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito dell’iniziativa, nel quale è possibile consultare il regolamento e proporsi per partecipare.

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Start up innovative senza notaio: ulteriori chiarimenti dal MISE

Con il decreto direttoriale del Ministero dello sviluppo economico del 1° luglio 2016 sono state approvate le specifiche tecniche per la struttura degli atti costituivi e degli statuti delle società a responsabilità limitata start-up innovative, che consentono la predisposizione di tali documenti in formato elaborabile XML.

Inoltre, il MISE è intervenuto con la circolare del 1° luglio 2016, n. 3691/C per specificare le modalità di costituzione delle società a responsabilità limitata start-up innovative in deroga alle norme codicistiche, consentendo ai soci la possibilità di costituirle online con firma digitale senza l’intervento del notaio, attraverso una piattaforma appositamente predisposta “startup.registroimprese.it.”.

Le disposizioni contenute nel decreto acquistano efficacia il 20 luglio 2016 al fine di consentire alle software house di adattare i programmi alle disposizioni in esso contenute.

In deroga a quanto decretato dalle norme del codice civile, il Ministero, in precedenza, è intervenuto con il decreto del 17 febbraio 2016 predisponendo un modello standard di atto costitutivo e statuto di società a responsabilità limitata, finalizzato alla costituzione dellastart-up. Il Ministero ha chiarito in primis che “il procedimento introdotto dal comma 10-bis è percorribile facoltativamente e in via alternativa rispetto a quello già ordinariamente previsto dal codice civile”. Quindi, le Camere di Commercio potranno continuare a seguire le regole ordinarie ed iscrivere in sezione ordinaria e speciale start-up costituite nella forma di società a responsabilità limitata a norma dell’articolo 2463 del codice civile, con atto pubblico. In pratica il decreto ha, dunque, regolamentato il modello standard alternativo, delineando in via generale, le modalità di deposito e iscrizione dell’atto costitutivo nel registro delle imprese.

Per un adeguato riallineamento tra le norme codicistiche e la disciplina del comma 10-bis si è reso doveroso:

  • continuare a predisporre i controlli da parte degli uffici ai fini dell’iscrizione in sezione ordinaria che, malgrado l’originalità delle modalità di costituzione della s.r.l., non perde la sua efficacia costitutiva;
  • imporre alle parti costituenti importanti oneri formali a cui adeguarsi come quello dell’impronta digitale con la sottoscrizione elettronica.

La sottoscrizione elettronica dell’atto deve avvenire da parte di ciascun contraente o da parte dell’unico sottoscrittore, qualora la società sia unipersonale, senza possibilità di prevedere modalità di sottoscrizione alternative, sopratutto al fine di consentire le necessarie e corrette verifiche da parte dell’ufficio del registro e delle norme antiriciclaggio.

Inoltre, è stato chiarito che l’ufficio accettante dovrà preliminarmente:

  • effettuare l’adeguata verifica del titolare effettivo e, ove la sottoscrizione dell’atto costitutivo avvenga non all’interno dell’ufficio, ma in via remota, e ove l’ufficio non possa provvedere all’identificazione de visu del o dei contraenti, applicare l’articolo 28 del D.Lgs. 231/2007 attraverso l’utilizzo esclusivo del dispositivo di firma digitale;
  • verificare che, l’oggetto sociale del concetto di produzione, sviluppo e commercializzazione di un bene o un servizio innovativo, sia lecito, possibile, determinato o almeno determinabile;
  • verificare la capacità giuridica e di agire del o dei costituenti.

Infine, il Ministero nella circolare chiarisce che la modalità di iscrizione provvisoria dell’atto costitutivo in sezione ordinaria persiste sino a che l’ufficio non verifichi in via definitiva l’esistenza di tutti i requisiti indicati dall’articolo 25 del DL 179 del 2012, che qualifichino la start-up, e non provveda all’iscrizione della stessa in sezione speciale.

Solo dopo aver eseguito l’iscrizione in sezione speciale, si consolida anche quella in sezione ordinaria e viene meno la cautela nei confronti del mercato dell’indicazione della iscrizione provvisoria.

L’atto viene previamente registrato fiscalmente, avvalendosi della funzionalità “registrazione” presente nella piattaforma della disciplina di autoliquidazione fiscale degli atti, proprio al fine di attuare la procedura di autoliquidazione delle imposte.

Successivamente deve essere iscritto:

  • nella sezione ordinaria tramite una pratica di comunicazione unica all’ufficio del registro delle imprese competente per territorio;
  • nella sezione speciale, in caso di start-up innovativa, utilizzando le vie ordinarie.

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Enel: bando per startup disruptive nel settore energia

Enel ha lanciato la Call for Disruption in Energy, bando per chiunque abbia un progetto innovativo nel settore dell’energia e della green economy. Con questo bando verranno selezionati due progetti che riceveranno l’accompagnamento a un percorso di accelerazione per supportarne l’attività e la strutturazione di una campagna di equity crowdfunding.

CALL FOR DISRUPTION in ENERGY è una competition che seleziona le migliori STARTUP e PMI Innovative italiane, che operano nei settori dell’ENERGIA e della GREEN ECONOMY e che stanno sviluppando modelli di business innovativi e originali.

È possibile candidarsi alla COMPETITION a partire da oggi e fino al 30 SETTEMBRE inviando all’indirizzo energy@equitystartup.it
un pdf contente:

  • descrizione dell’idea;
  • descrizione del team
  • mercato di riferimento
  • scenario competitivo
  • opportunità
  • piano finanziario

La competizione si svolge in due fasi:

Selezione dei dieci migliori progetti tra tutte le domande ricevute;
Presentazione dei 10 Progetti alla giuria composta da esperti di Enel, AscomFidi Nord – Ovest, Consilia ed Intermonte Sim.

Vincono i due progetti ritenuti più validi.

I premi in palio sono:

  • Servizi gratuiti di advisory legali, fiscali e gestionali offerti da Consilia;
  • Servizi gratuiti di Inventor Relation e Content Providing  offerti da WEBSIM.IT;
  • Programma di Business joint mentoring fornito da Enel  per accompagnare la crescita dei business dei vincitori;
  • Commissioni di collocamento da parte di Intermonte SIM con setup fee dell’1% invece del 3%;
  • Commissioni di pubblicazione setup fee del 2% invece che il 5% da parte  di AscomFidi Nord – Ovest.

Le startup possono presentare la domanda entro il 30 settembre 2016 su EquityStartUp.

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Start Up turistiche: finanziamenti per 10 milioni di euro

Il Portogallo non vuole rimanere indietro nella promozione delle start up ed è per questo che da alcuni anni ha lanciato la strategia nazionale Start UP Portugal, piano quadriennale che mira a supportare l’imprenditoria, stimolando anche l’emersione di startup innovative.

Recentemente è stato lanciato un bando +Heritage +Tourism che mette in palio 10 milioni di euro (anche) per le startup italiane, l’ente finanziatore è Portugal Ventures, supportato da Turismo de Portugal hanno lanciato la prima edizione del bando per la promozione del territorio e del patrimonio culturale portoghese.

In palio finanziamenti fino a 500 mila euro, per un valore complessivo di 10 milioni di euro. Le candidature possono essere inviate entro il 31 luglio e potranno candidarsi anche le startup italiane del settore tecnologico e turistico.

I progetti dovranno avere come focus la promozione della regione lusitana e i suoi punti di distinzione. E al pari delle altre, anche le startup italiane concorreranno per aggiudicarsi un finanziamento fino a 500 mila euro a progetto.

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