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Toscana: Contributo a fondo perduto per sostenere progetti innovativi strategici o sperimentali.

La Regione Toscana, sul Supplemento 182 del BUR del 16/11/2016, ha pubblicato un bando con cui intende agevolare la realizzazione di progetti di investimento in innovazione per l’acquisizione di servizi avanzati e qualificati per le imprese.

Soggetti beneficiari

Possono presentare domanda:

Micro Imprese, PMI, in forma aggregata o associata in ATS, ATI, Reti di impresa, Consorzi.

Tipologia di spese ammissibili

Sono ammissibili spese per:

– Acquisizione di servizi di consulenza in materia di innovazione;

– Acquisizione di servizi di sostegno all’innovazione

– Acquisizione di personale altamente qualificato.

Entità e forma dell’agevolazione

Dotazione finanziaria totale: € 14.000.000,00

L’intensità dell’aiuto è pari al 60% per la Media impresa, 70% per la piccola impresa e 80% per la micro impresa in base all’investimento sostenuto.

Spesa minima: € 40.000,00; spesa massima: € 100.000,00.

Scadenza

E’ possibile presentare domanda dal 1/12/2016 fino ad esaurimento risorse.

 

Se vuoi saperne di più  contattaci utilizzando l’apposito form, possiamo fornirti tutto il supporto necessario per trasformare la tua idea in una start up.

Toscana: Contributo a fondo perduto per il sostegno all’innovazione.

La Regione Toscana con il presente bando pubblicato sul Supplemento n. 182 del BUR del 16/11/2016, intende agevolare la realizzazione di progetti di investimento in innovazione per l’acquisizione di servizi avanzati e qualificati da parte delle imprese.

Soggetti beneficiari

Possono presentare domanda:

Micro, Piccole e Medie Imprese (MPMI), in forma singola o associata in ATS, ATI, Reti di imprese con personalità giuridica (Rete-Soggetto), Reti di imprese senza personalità giuridica (Rete-Contratto), Consorzi.

Tipologia di spese ammissibili

a) acquisizione di servizi di consulenza in materia di innovazione ed acquisizione di studi di fattibilità;
b) acquisizione di servizi di sostegno all’innovazione;
c) acquisizione di personale altamente qualificato

Entità e forma dell’agevolazione

La dotazione finanziaria complessiva 2014-2020 è pari ad € 10.400.000,00 di cui €8.000.000,00 per le sezione di raggruppamento del Manifatturiero ed € 2.400.000,00 per le sezioni del settore Turismo, commercio ed attività terziarie.
Sono previste le seguenti casistiche di incremento dell’intensità d’aiuto :
a) se a seguito della realizzazione di attività relativa all’Area A.“Servizi qualificati di accompagnamento”, vengono attuate, mediante presentazione di successivo progetto, attività relative all’Area B.“Servizi qualificati specializzati di consulenza e sostegno all’innovazione”, l’impresa può richiedere un’integrazione dell’intensità d’aiuto sul progetto di tipologia A, nella misura massima del 100% delle spese rendicontate su tale servizio, nei limiti di cui alla disciplina comunitaria di riferimento;

b) un incremento dell’intensità d’aiuto del 30% dell’investimento ammesso laddove i servizi qualificati di accompagnamento tipologia A2 “Studi di fattibilità” vengono attivati per la partecipazione ad iniziative europee per la ricerca e per l’innovazione quali ad esempio Horizon 2020;

c) nel caso dell’attivazione, nell’ambito dei servizi di certificazione avanzata (tipologia B2.4) di Sistemi di Gestione Integrati è prevista una maggiorazione dell’intensità dell’aiuto del 20%;
d) per le imprese localizzate nel territorio interessato dal progetto regionale di Parco Agricolo della Piana è prevista una maggiorazione dell’intensità d’aiuto del 10% Inoltre è prevista una maggiorazione dell’intensità d’aiuto del 20% nel caso di acquisizione di servizi di :
a) “Ricerca contrattuale” (tipologia B1.6) e “Laboratori per prove e test” (tipologia B1.3) presso O.R. aderenti al “progetto laboratori” inseriti nel repertorio regionale;
b) “Incubazione” (tipologia B4.1) se il fornitore risulta accreditato/riconosciuto nel sistema d’incubazione regionale
L’intensità d’aiuto non può comunque superare il 50% dei costi ammissibili nel caso di:
a) costi per l’ottenimento, la convalida e la difesa di brevetti e altri attivi immateriale
b) costi per la messa a disposizione di personale altamente qualificato da parte di un organismo di ricerca e diffusione della conoscenza o di una grande impresa che svolge attività di ricerca sviluppo ed innovazione in una funzione di nuova creazione nell’ambito dell’impresa beneficiaria e non sostituisca altro personale.

Scadenza

E’ possibile presentare domanda dal 01/12/2016 fino ad esaurimento risorse.
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Ecomondo 2016: spazio anche alle start up

Tanta innovazione quest’anno a Ecomondo Fiera Internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile, dove un’intera mostra  (EXNovoMaterials in the circular economy”), visitabile nella hall all’ingresso sud della Fiera di Rimini sarà dedicata all’innovazione nel settore.

Eccone alcuni esempi:

Arriva dal Piemonte Poliphenolia, realtà che crea e produce creme anti invecchiamento utilizzando polifenoli estratti da bucce e semi di uva al termine del processo di vinificazione. Tra i primi a studiare i polifenoli in materiali per applicazioni mediche, Poliphenolia applica la conoscenza sulle proprietà biomediche dei polifenoli alla cosmetica

Due giovani donne, Antonella Bellina e Elisa Volpi, due professioniste della moda, sono i volti dietro a DueDiLatte, marchio che utilizza tessuti ricavati dal latte. Grazie a tecniche di bio ingegneria è possibile ricavare una fibra estremamente naturale, dalle qualità uniche. I tessuti hanno infatti la caratteristica di nutrire e idratare la pelle. T-shirt, maglie e maglioncini oltre al look curano anche il corpo.

Dalla plastica… alla super-plastica: è quello che fa l’azienda Werner & Mertz che attraverso un particolare processo riesce a ottenere dalla plastica una tipologia addirittura più resistente che viene usata per produrre bottiglie per detersivi. Fertilana realizza invece, utilizzando gli scarti della lana di pecora, un ottimo fertilizzante adatto alla bioagricoltura.

Mogu (in giapponese, fungo) è il nome del progetto della Mycoplast, start up che sfruttando gli scarti agricoli e alimentari, come la paglia di riso, la segatura, i fondi del caffè e la buccia di pomodori e patate, e trasformandoli in “cibo” per tipi particolari di funghi, riesce ad ottenere un biomateriale leggero come il polistirolo e biodegradabile, impermeabile e resistente alla fiamma, sostitutivo delle terracotte.

In Italia si consumano 13 miliardi di uova all’anno. E un’infinità di gusci, che nessuno usa. Tranne un team di ricercatori, che ha trovato un metodo per calibrare gusci d’uovo e argilla, ottenendo un nuovo cemento completamente biocompatibile. Si tratta dei ricercatori di Calchéra San Giorgio, Centro di Ricerca e Formulazione che studia e produce materiali specifici per il restauro, il consolidamento strutturale ed il risanamento di edifici di interesse storico culturale.

GS4C è la start up milanese che lavorando con il basalto e trasformandolo in una fibra elastica propone una alternativa al vetro resina, materiale usato per la costruzione delle barche a vela non riciclabile a differenza del basalto. Si potrà così in futuro evitare l’affondamento delle imbarcazioni arrivate a fine vita.

 Stone-brick, recuperando gli scarti della lavorazione lapidea, ovvero il cosiddetto “fango di segagione” che deriva dal taglio delle pietre, ottiene nuovo materiale per l’edilizia, sviluppato con una tecnologia innovativa. Dal tavolo degli aperitivi all’arredamento. E’ la nuova vita degli anacardi. I ricercatori dell’azienda triestina AEP Polymers, analizzandone il guscio, sono riusciti a trasformarli in polimeri liquidi e schiume adatti per l’isolamento e l’arredo.

Equipolymers ha scoperto il modo per rendere eco-compatibili le bottiglie della Coca Cola. Grazie al lavoro di ricercatori italiani si è riusciti ad ottenere un riciclo della plastica P.E.T. tanto puro da poter essere utilizzato come componente della bottiglia più celebre al mondo di cui si producono circa 1 miliardo e 300 milioni anno di esemplari. Un accordo con la multinazionale consentirà di inserire nelle bottiglie una componente fino al 10% di nuovo materiale biocompatibile.

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Toscana: Start-up innovative, altri 4,3 milioni dalla Regione

Riaperti lo scorso 17 ottobre i termini per la presentazione delle domande relative al bando per le start-up innovative, con una dotazione di 4,3 milioni di euro. Le domande per il bando, che rientra nell’ambito di Giovanisì il progetto della Regione per l’autonomia dei giovani, potranno essere presentate fino ad esaurimento delle risorse.

Le regole di accesso al bando, il cui scopo è stimolare l’innovazione del sistema imprenditoriale toscano promuovendo costituzione e potenziamento di nuove imprese con un occhio di riguardo a quelle giovanili, sono state modificate rispetto alla precedente edizione per facilitare e agevolare la partecipazione. Tra le novità, l’estensione della platea dei beneficiari (non solo le imprese giovanili ma tutte le startup innovative, a condizione che si tratti di micro e piccole aziende costituite nel corso dei tre anni precedenti la presentazione della domanda o, nel caso di persone fisiche, da costituire entro sei mesi dalla concessione dell’aiuto) e la soppressione del limite obbligatorio d’età del titolare d’azienda (che era fissato a 40 anni). Resta il requisito essenziale, sia per le attività già avviate che p er quelle ancora da avviare, ovvero il carattere innovativo dell’impresa la quale, inoltre, non deve essere quotata in borsa, non deve aver distribuito utili e non deve essere stata costituita a seguito di fusione.

L’aiuto si sostanzia in un finanziamento agevolato a tasso zero dell’80%, per progetti che abbiano un costo compreso tra 35mila e 200mila euro, non supportato da garanzie personali e patrimoniali. La durata del finanziamento è di 8 anni con un preammortamento di 24 mesi, oltre ad un eventuale periodo di preammortamento tecnico non superiore a sei mesi. Il rimborso avviene in rate semestrali posticipate costanti.

Ogni altra informazione è disponibile sia sul sito della Regione che su quello di Giovanisì. La presentazione delle domande può avvenire esclusivamente con procedura online sul sito di Toscanamuove.

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Startup italiane: chi, dove, come, quando e perchè. Pubblicato il 9° rapporto trimestrale di Infocamere

Come stanno le startup in Italia? Quanto valgono e, soprattutto, quanto valore creano?

Una fotografia aggiornata del settore arriva da InfoCamere, che ha diffuso il 9° rapporto trimestrale (scaricabile qui) sui principali trend demografici e finanziari delle startup innovative italiane con dati al III trimestre 2016.Ed ecco cosa si evince, entrando nel dettaglio.

Tra i vari dati contenuti nel report, che vi invitiamo a leggere, uno in particolare ci sembra interessante quello relativo al valore aggiunto, dal rapporto emerge che per ogni euro di produzione le startup innovative generano in media 18 centesimi di valore aggiunto (contro 15 nel 2014), un dato inferiore rispetto a quello del complesso delle società di capitali (22 centesimi). Limitatamente alle imprese in utile, le startup generano, invece, più valore aggiunto sul valore totale della produzione rispetto alle società di capitali (32 centesimi contro 22).

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Toscana: Tour di presentazione delle opportunita’ per startup innovative, creazione d’impresa e progetti di ricerca e sviluppo, settore tecnologie fotoniche

Sei appuntamenti nelle province toscane (Firenze, Lucca, Pisa, Prato, Arezzo, Siena) per presentare le prossime opportunità per startup innovative, creazione d’impresa e progetti di R&S nel settore delle tecnologie fotoniche.

A partire dal 5 ottobre, sono in programma sei giornate informative per presentare le prossime opportunità offerte dall’attuazione del POR CreO FESR 2014-2020 su sostegno alla creazione e al consolidamento di startup innovative ad alta intensità di applicazione di conoscenza e alle iniziative di spin-off della ricerca.

Gli eventi saranno l’occasione per illustrare le novità introdotte nella nuova edizione del bando dedicato agli interventi di supporto alla nascita di nuove imprese attraverso incentivi diretti, l’offerta di servizi e interventi di microfinanza sia per le MPMI manifatturiere che per le MPMI del turismo, commercio, cultura e terziario (fondi rotativi).

A ciò si aggiunge la presentazione del bando regionale destinato a finanziare progetti di ricerca e sviluppo nel settore delle tecnologie fotoniche, rivolto a imprese e organismi di ricerca toscani, che si colloca nell’ambito del progetto ERA-NET COFUND PhotonicSensing, finanziato dal Programma Horizon 2020.

Per partecipare: è necessario iscriversi online compilando e inviando il form relativo alla data prescelta. Non è possibile iscriversi a più di una tappa del tour

5 ottobre dalle ore 15.00 alle 17.30 – Aula Magna del Rettorato dell’Università di Firenze, Piazza S. Marco, form di iscrizione Firenze >>

21 ottobre dalle ore 10.00 alle 12.30 – Aula Magna Ulisse Dini, Scuola di Ingegneria Università di Pisa, Largo Lucio Lazzarino, form di iscrizione Pisa >>

21 ottobre dalle ore 15.00 alle 17.30 – Sala dell’Oro della Camera di Commercio, Corte Campana 10,form di iscrizione Lucca >>

26 ottobre dalle ore 15.00 alle 17.30 – Aula Magna del PIN UniFi, Polo Universitario “Città di Prato”, Piazza Giovanni Ciardi 25, form di iscrizione Prato >>

4 novembre dalle ore 10.00 alle 12.30 – Aula 1 Palazzina delle Donne del Campus del Pionta UniSI, Viale Cittadini 33,  form di iscirzione Arezzo >>

4 novembre dalle ore 15.00 alle 17.30 – Auditorium Santa Chiara Lab, Università di Siena,  Via Val di Montone 1,form iscrizione Siena >>

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CCIAA Rimini. Contributo a fondo perduto fino al 40% per la creazione ed il sostegno allo startup.

La Camera di Commercio di Rimini, nell’ambito delle iniziative promozionali volte a favorire lo sviluppo del sistema economico locale, stanzia un fondo di € 30.000,00 per la concessione di contributi per spese sostenute nella costituzione di micro, piccole e medie imprese, con particolare riferimento alle imprese del settore del terziario avanzato.

Soggetti beneficiari

Possono presentare richiesta per ottenere il contributo previsto dal seguente bando le nuove imprese, in possesso dei seguenti requisiti:

– sede legale e operativa nella provincia di Rimini,

– iscritte al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio di Rimini a partire dal 1° dicembre 2015,

– attive,

– in regola con il pagamento del diritto annuale dovuto alla Camera di Commercio di Rimini.

Tipologia di spese ammissibili

Sono finanziabili (al netto di IVA e di altre imposte e tasse) le seguenti spese, sostenute nel periodo compreso tra il 01/12/2015 e il 28/02/2017 (farà fede la data del documento di spesa):

  • parcelle notarili e costi relativi alla costituzione (escluse tasse e imposte);
  • acquisto di macchinari, attrezzature, arredi e attrezzature elettroniche per ufficio, ad uso esclusivo e funzionale all’attività espletata;
  • acquisto di software gestionale, professionale e altre applicazioni aziendali inerenti l’attività dell’impresa;
  • spese per la realizzazione del sito internet;
  • spese di consulenza inerenti alle procedure di deposito/registrazione del brevetto, costi di ricerche di anteriorità del brevetto;
  • spese promozionali: sono ammissibili i costi relativi ad acquisizione ed attuazione di campagne promozionali, stampa e realizzazione di marchi, logo, immagini coordinate, acquisto di pubblicità su internet.

Entità e forma dell’agevolazione

L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto, fino ad un massimo del 40% delle spese ammesse, opportunamente dimostrate da documenti di spesa (fatture) quietanzati.

Non verranno liquidati contributi superiori a € 4.000,00.

Potranno beneficiare del contributo camerale gli interventi il cui costo minimo (spese ammesse) sia pari o superiore a € 8.000,00 al netto di IVA.

Scadenza

31.10.2016

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Sharing economy: cosa si attende per le Start Up del settore

Continua l’iter della proposta di legge sulla sharing economy che rappresenterà un importante punto di partenza verso la regolamentazione del fenomeno.

Ieri si è tenuta l’audizione in Camera di Rossella Orlandi, Direttore dell’Agenzia dell’Entrate, secondo la quale: il testo risponde a obiettivi d’interesse generale, quali la trasparenza, l’equità fiscale, la tutela dei consumatori, il rispetto della concorrenza, senz’altro auspicabili e coerenti alle linee guida tracciate dalla Commissione UE con la Comunicazione del 2 giugno scorso ma, allo stesso tempo, ambiziosi nel contesto dell’economia collaborativa, che di per sé non si presta ad una facile demarcazione.

Il testo in esame vuole disciplinare l’economia collaborativa o della condivisione, sharing economy, che costituisce un nuovo modello economico e culturale fondato sullo scambio alla pari di beni e servizi, in alternativa all’acquisto degli stessi come tipicamente accade nell’economia tradizionale.

In tal modo, si consente a soggetti privati, che non operano in maniera professionale sul mercato, di utilizzare i propri beni privati e di prestare servizi a fini economici e lucrativi.

La rapida espansione dell’economia condivisa pone però al centro dell’attenzione, a livello sia europeo che nazionale, il problema della mancanza di una regolamentazione normativa, sia dal punto di vista sostanziale sia dal punto di vista fiscale, per non favorire un modello che contrasti con il mercato e con le regole della concorrenza, tutelando sia gli operatori professionali che gli interessi degli utenti.

La Commissione UE  con la comunicazione pubblicata il 2 giugno 2016, ha predisposto un’agenda europea per l’economia collaborativa ed ha fornito agli Stati membri gli orientamenti e le linee guida finalizzati a garantire uno sviluppo equilibrato e sostenibile di questa forma di scambio.

Obiettivo della Commissione è garantire la possibilità di sfruttare la nuova opportunità senza però creare un’economia parallela informale, priva di regole.

Alla ricerca di una valida soluzione per affrontare la nuova frontiera della sharing economy, alcuni Paesi dell’Unione hanno pubblicato orientamenti sull’applicazione del regime fiscale nazionale ai modelli d’impresa collaborativi, mentre un modesto numero ha scelto di apportare delle modifiche alla propria legislazione nazionale.

Un caso emblematico è la Francia che è intervenuta con un brillante esempio fornito dalla <<loi de france>> 2015 che ha aperto alla possibilità di incaricare le piattaforme online della raccolta della tassa di soggiorno dovuta ai comuni. Successivamente è stato imposto alle piattaforme online anche l’obbligo di informare i loro membri delle somme che essi devono dichiarare all’amministrazione fiscale.

La proposta di legge in discussione in Parlamento (A.C. 3564, presentata il 27 gennaio scorso), è finalizzata a disciplinare le piattaforme digitali per la condivisione di beni e servizi e a promuovere l’economia della condivisione.

Dal punto di vista fiscale, all’art. 5, cerca di risolvere le criticità di adempimento degli obblighi fiscali rafforzando la tracciabilità dei redditi, introducendo degli appositi ed efficaci strumenti di contrasto al rischio di evasione che può caratterizzare l’ambito della economia della collaborazione.

La proposta di legge interviene fornendo una qualificazione al reddito percepito dagli utenti operatori mediante la piattaforma digitale, definendolo “Reddito da attività di economia della condivisione non professionale” cui viene destinata un’apposita sezione della dichiarazione dei redditi.

Si tenta così di incentivare lo scambio e la condivisione con una tassazione agevolata. L’utente operatore che non supera la franchigia di 10.000 euro sarà soggetto ad un’imposta con aliquota fissa del 10%. Per i redditi superiori a tale importo è previsto, invece, il cumulo con quelli derivanti da lavoro dipendente o autonomo e l’applicazione dell’aliquota corrispondente.

Il potenziamento della tracciabilità dell’economia della condivisione e dei redditi che ne derivano è realizzato attraverso la previsione dell’obbligo per i gestori delle piattaforme di agire come sostituti d’imposta per i redditi conseguiti dagli utenti operatori.

Sono ancora molti i punti incerti (modalità di determinazione del reddito, discrimine tra attività professionale da economia condivisa e attività occasionale ma per tutto l’ecosistema si spera che la Legge che verrà approvata sarà utile a regolamentare senza opprimere un mercato in piena espansione.

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Le Start up dopo Brexit: Milano o Berlino?

Per l’ecosistema sarà uno dei punti chiave dei prossimi anni, secondo la maggior parte degli analisti la vera competizione per assumere il ruolo di capitale europea delle start up sarà tra Milano e Berlino, a pensare che sarà la prima a spuntarla c’è anche il Financial Times che, in un recente articolo, dedica un importante riconoscimento, definendola “Capitale delle Startup”.

Secondo il quotidiano del Regno Unito, infatti, il prestigio universitario, la disponibilità di capitali, l’eccellenza dell’industria alimentare e dell’alta moda, l’impeto cosmopolita derivante da Expo 2015, oltre a una serie di provvedimenti legislativi, rendono la città lombarda il luogo migliore per lanciare una startup in Italia.

Sicuramente la Germania non si farà mettere da parte senza lottare e infatti è prevista sull’ecosistema tedesco una rilevante infusione di fondi pari a circa 10 miliardi di euro per le start up, il fondo, che sarà il più consistente investimento in Ue per le nuove aziende specialmente nel settore online, è stato annunciato dal ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble (Cdu).

Secondo quanto riferito da “Der Spiegel” e “Welt am Sonntag”, il fondo finanzierebbe prestiti particolarmente agevolati per le startup e agevolazioni per i ‘business angel’ che le finanzieranno: i finanziatori riceveranno un euro di credito di imposta per ogni euro investito, con una leva per 20 miliardi di euro. Il piano dovrà essere esaminato dalla divisione aiuti di Stato della Commissione Ue.

La mossa arriva ad un mese dalla Brexit e punta ad attirare in Germania, a Berlino ma non solo, gli startupper che intendano lasciare Londra, diventata troppo cara e in prospettiva un Paese extra Ue.

L’Italia dovrà rispondere adeguatamente.

 

Venture Capital: continua la crescita negli investimenti in seed e startup con 77 operazioni nel 2015: +8%

È stato presentato il Rapporto di ricerca Venture Capital Monitor – VeMTM sulle operazioni di venture capital in Italia nel 2015. Lo studio è stato realizzato dall’Osservatorio Venture Capital Monitor – VeMTM attivo presso la LIUC – Università Cattaneo e con il supporto di AIFI, Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt.

Operazioni

Il 2015 si è chiuso con una crescita dei nuovi investimenti in seed (investimento nella primissima fase di sperimentazione dell’idea di impresa) e startup (investimento per l’avvio dell’attività imprenditoriale), con 77 operazioni: +8% rispetto al 2014 (erano 71 operazioni) e +17% rispetto al 2013 (con 66 operazioni).

Il numero degli investitori attivi (coloro che hanno fatto almeno un’operazione durante l’anno) si attesta a 48 (a cui si aggiunge la categoria dei business angel), +45%, rispetto al 2014 dove erano 33; il numero degli investimenti è stato pari a 126 (erano 112 nel 2014); in merito alla provenienza degli investitori, cresce il numero dei deal realizzato da operatori stranieri, 18%, il 100% in più rispetto all’anno precedente. I business angel hanno partecipato a 23 operazioni molto spesso in affiancamento a un operatore di venture capital; questo dimostra come ci sia sinergia e un buon livello di cooperazione tra le due categorie di operatori.

Tipologia ed ammontare

Per quanto riguarda le operazioni di seed capital, l’investimento medio è di 0,2 milioni di euro. Nelle operazioni di startup, l’ammontare medio, per il 2015, è stato di 2,0 milioni di euro per acquisire una quota media di partecipazione pari al 33%.

Distribuzione geografica e settoriale

Come per gli anni passati, la Lombardia è la Regione in cui si concentra il maggior numero di operazioni e che continua a crescere coprendo il 38% del mercato (era il 49% nel 2014). Seguono Piemonte con l’13% e Lazio con il 12% del totale delle operazioni realizzate in Italia. Si evidenzia, per il secondo anno consecutivo, un incremento del taglio medio dell’investimento. In particolare, si è passati da 1,05 milioni di euro del 2014 a 1,5 milioni di nel 2015.

Dal punto di vista settoriale, l’ICT monopolizza l’interesse degli investitori di venture capital che cresce negli investimenti raggiungendo una quota del 40% (era il 56% nel 2014); in questa categoria si segnala la diffusione di applicazioni web e mobile riconducibili ad app innovative. In aumento il terziario avanzato con il 27% rispetto al 21% del 2014 e il settore della grande distribuzione che arriva al 6% come nell’anno precedente.